Rina Passe – Giornalista, opinionista, crociata dell’intransigenza destrorsa
Nata a Verona il 28 ottobre 1971, Rina Passe è la versione femminile (ma armata e col rossetto rosso sangue) del tricolore col mitra. Bellissima, bionda, e pericolosa come una molotov nei centri sociali, ha il sorriso di Eva Kant e la mira di un tiratore scelto della Folgore.
Laureata alla Bocconi in Economia Politica, dove ha scritto la tesi su “Perché il welfare è per le checche”, Rina ha disprezzato ogni singolo professore progressista con la stessa classe con cui versa un whisky torbato in diretta TV. È la regina dell’insulto intelligente, la dea madre del “non è fascismo se è ben stirato”, la star di una destra che non chiede permesso, entra e spacca.
Ex modella da calendario Militech 1993, oggi è la penna più tagliente dell’ultradestra italiana. Odia i congiuntivi, gli aperitivi inclusivi, gli uomini senza attributi e le donne senza rossetto. Ama i manganelli, le acciughe sotto sale, i tacchi a spillo e l’odore di napalm al mattino.
Sposata con un ex paracadutista e madre orgogliosa di quattro figli maschi – Italo, Augusto, Vittorio e Romolo – che allattano guardando Rambo II, cucina solo piatti patriottici e fa merenda leggendo i tweet di Orban.
Scrive per testate tipo “Patria & Sputo”, “Il Quotidiano dell’Onore”, e “Minigonne & Mitra”. Ha un suo programma su una tv dell’Est Europa dove urla per 47 minuti filati contro il reddito di cittadinanza, l’ONU e i bambini troppo educati. Nessun talk show la invita due volte: la prima basta per traumatizzare conduttore, pubblico e segretaria di redazione.
Nel suo armadio tiene più bandiere italiane che vestiti, e ha una collezione di t-shirt con frasi tipo:
🔴 “Dio, Patria, Stronza che mi hai lasciato”
🔴 “La mia estetista vota Forza Nuova”
🔴 “Chi ama, odia. Chi odia, vota me”
Rina non si trucca: si vernicia.
Beve Negroni con l’aglio.
Fa yoga solo se può bestemmiare tra una posizione e l’altra.
Vive con due pitbull, Benito e Claretta, in una villa decorata in stile “Rinascimento Postatomico”. È nota per aver fatto scappare un intero liceo scientifico con una conferenza intitolata “L’antifascismo è una moda come il mojito”. In lista nera in 17 paesi europei, bandita da TikTok, adorata da camionisti e patrioti stitici, è una delle firme più letali del panorama giornalistico tossico.
Citazioni celebri:
🗯 “Un articolo al giorno leva il progressista di torno.”
🗯 “Chi non ha mai letto Evola non merita il Wi-Fi.”
🗯 “La censura è la pornografia dei codardi.”
🗯 “Femminismo? No grazie, ho già le palle.”