Nasce il comitato di turisti «Ridateci Le Zanzare»
di Gina Lava
Tra slavine di selfie, anelli da naso, bottiglie termiche da 90 euro, tette in controluce, addominali scolpiti col pennarello e storie motivate da gente che nella vita reale si perde anche nel parcheggio dell’Eurospin, i turisti – crucchi con l’abbronzatura Umpa Lumpa, famiglie di immigrati provenienti da Calabria, Campania e tutto l’ex Regno delle Due Sicilie con 6 figli, 12 nipoti e la nonna di 160 chili con 75 Tupperware con dentro l’occorrente per un pranzo di matrimonio per 350 persone – non hanno più pace.
Una nonna di Caraffa di Catanzaro – Cosima Assunta Maria, 59 anni, 146 centimetri, 158 chili, macchia di sugo di pummarola vicino all’ombelico più profondo della bocca del Vesuvio e un costume due pezzi a fioroni ricavato dal tendone riciclato del Cirque du Soleil – lamenta la presenza massiva di questi dementi armati di:
- Cavalletto telescopico, per sembrare spontanei in 37 pose premeditate.
- Smartphone da 2000€, usato solo per selfie e figuracce globali.
- Ringlight portatile, perché la luce naturale è per i poveri.
- Drone tascabile, utile per riprendere il proprio culo da 12 metri d’altezza.
- Powerbank gigante, alimentato a insicurezza cronica.
- Speaker Bluetooth, per sparare trap mentre gli altri cercano di digerire.
- Borraccia vegana da 80€, piena di acqua o autocompiacimento.
- Zaino cruelty-free, contenente solo ego e filtro Instagram.
- Telo organico di lino islandese, assorbe meno di uno scottex ma “fa vibe”.
- Cappello di paglia scenico, ingombra più di una tenda Quechua.
- Occhiali a specchio, per riflettere il vuoto esistenziale.
- Tatuaggio motivazionale temporaneo, tipo “Live Laugh Lick”.
che si fanno la foto ai pettorali e alla gnagna col filtro “Fammi Figa” / “Fammi Figo”, “Abbronzatura Briatore”, “Si Vede Che Sono A Dubai” e rimpiange gli sciami di insetti succhiasangue – zanzare modello Agusta AH-249 “Fenice” – tanto da spingerla a formare il C.A.R.Le.Z. (Comitato Autonomo Ridateci Le Zanzare).
«Le zanzare ti succhiano il sangue e si levano dal cazzo» dice la vecchia mentre sbrana una coscia di “tacchinosauro” accompagnata da una focaccia con la ‘nduja O.G.M., soppressata e peperoncini nucleari della Sila, «questi puzzano di ”coccovaniglia fashion-fruit” e si aggirano tutto il giorno tra gli asciugamani con i loro bicchieri colorati pieni di ombrellini e fotografano anche il buco del culo»
«Vengo a Grado per bere birra e dormire al sole, non per svegliarmi con un culo davanti alla faccia e una testa di cazzo che mi chiede di mettere like» dice Günther, turista austriaco intercettato da Il Medio alle nove del mattino mentre sorseggia la settima birra media.
Il Comune, interpellato sulla questione, promette “più disinfestazioni social” ma i turisti del C.A.R.Le.Z. dubitano.
Il Medio seguirà gli sviluppi