Milano, Leoncavallo: militante aggredito per una doccia.

Uomo ben vestito aggredito da militanti incappucciati davanti al Leoncavallo di Milano.
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Viene costretto da mammina sua a lavarsi prima di uscire di casa, i kompagni non lo riconoscono e lo pestano come un baccalà

di Redazione

Singolare episodio questa mattina davanti allo storico centro sociale Leoncavallo, in zona Greco, a Milano. Un militante abituale della struttura, Enrico Fidel Brambilla, noto nel circuito come “Il Bestia”, è stato aggredito da alcuni frequentatori del centro che, non riconoscendolo, lo hanno scambiato per un presunto infiltrato.

Secondo le prime ricostruzioni, Brambilla si sarebbe presentato all’ingresso del Leoncavallo in condizioni insolitamente pulite: barba curata, capelli lavati, abiti stirati e un odore corporeo descritto da alcuni testimoni come “quasi piacevole”. Un cambiamento radicale ed irrispettoso del “Dress Code” del centro.

“Non puzzava, non aveva le solite croste alle mani, portava persino delle scarpe chiuse senza buchi”, racconta un giovane attivista. “Abbiamo pensato fosse un provocatore fascista”.

 

Il pestaggio è avvenuto in pochi secondi. Brambilla è stato colpito ripetutamente con zaini, bottiglie di vetro riciclato, aste per bandiere arcobaleno e copie arrotolate e bagnate de Il Manifesto. Solo l’intervento di una volontaria del centro, che ha riconosciuto la voce dell’uomo mentre gridava “Sono io, il Bestia!”, ha messo fine all’aggressione.

Trasportato al pronto soccorso in codice giallo, Brambilla ha riportato contusioni multiple, una costola incrinata e una crisi d’identità. “Non lo rifarò mai più”, avrebbe dichiarato ai sanitari, “mamma o non mamma”.

Le forze dell’ordine non sono intervenute sul posto. Nessuna denuncia è stata presentata, e gli organizzatori del centro si sono limitati a un laconico comunicato: “Episodio spiacevole, ma comprensibile. Le pratiche fasciste come ‘farsi la doccia’ possono portare e reazioni di Violenza Sostenibile”.


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