Cormons: i Pink Floyd, la tensostruttura inesistente e l’assessore col binocolo appannato

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Cronaca di una figura di merda galattica all’ombra de “La Viarte”

di Gina Lava

A Cormons si festeggia “La Viarte”. Da trent’anni. Festa vera, coi vini buoni, la gente allegra, le strade piene e le braghe spesso calate. Ma quest’anno, tra un calice e una fetta di salame, qualcuno ha visto… l’orrore.

O meglio: ha visto una chiazza bianca. Grossa. Appariscente. Misteriosa come un vibratore lasciato su un altare. Ed è bastata quella visione per far partire la segnalazione più idiota della storia friulana recente:

“Cos’è quella roba là sotto? Una tensostruttura? Staranno mica per far suonare i Pink Floyd?!”

La frase è autentica, partorita dalla bocca (e presumibilmente anche dal culo) di un assessore della giunta Felcaro, noto per le sue uscite che fanno impallidire pure la Settimana Enigmistica. Il problema? Quella “tenda abusiva”, quel “mostro architettonico spuntato nottetempo”.

Spoiler: non era una tenda. Era il tetto di Casa Sgubin.

Sì, proprio una casa vera, antica, solida, ferma lì da 200 anni, da quando a Cormons si pisciava nei catini e non si mandavano mail agli uffici tecnici per segnalare stronzate cosmiche.

Ovviamente, da bravi impiegati, gli uffici del Comune si sono attivati, hanno studiato foto, mappe catastali, ortofoto satellitari, probabili apparizioni della Madonna. E alla fine hanno concluso:
È. Una. Cazzo. Di. Casa.

 

Il risultato dell’indagine investigativa degna di “CSI Friuli”:

  • Zero tensostruttura
  • Zero Pink Floyd
  • Zero abuso edilizio
  • “Quintali” di ore buttate nel cesso
  • Una figura di merda epica, firmata, timbrata e protocollata.

Nel frattempo “La Viarte” è andata avanti lo stesso, come da trent’anni a questa parte, nonostante gli sforzi dell’amministrazione di metterci le manine. Perché sì, gira voce (e non solo nel retrobottega dell’enoteca) che il Comune voglia scippare la festa all’associazione storica che la organizza, probabilmente per gestirla in modo più “coerente” (cioè: più clientelare, più controllato, più noioso, più da rompiballe con fascia tricolore).

Il punto è chiaro: quando la politica diventa cecità ideologica, succedono ste robe. Vedi una casa e credi sia un circo. Vedi una festa libera e ti viene voglia di commissariarla. Vedi un successo che non controlli e ti rode il culo fino alle tonsille.

E allora interrogazioni, mail, uffici allertati, manco fosse atterrata l’Armata Rossa di Putin in pieno Collio. Ma niente. Solo il tetto della Casa Sgubin. Che adesso ride. Ride come tutto il paese. Tranne l’assessore, che probabilmente sta ancora lì, col binocolo puntato sul camino, sperando che da lì esca David Gilmour con un permesso non conforme.


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