Ziberna scrive a Musk, e Gorizia si ritrova nel 2500. Ma l’ANPI vuole restare nel ’45

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Elon propone il teletrasporto e scatena la Resistenza Quantistica. “Meglio un montacarichi rotto che un fascio di fotoni!”

di Keko Jony 

Rodolfo Ziberna ha scritto a Elon Musk per chiedere supporto nel completare il famigerato ascensore del Castello di Gorizia, fermo da anni come un pensionato in coda alle Poste. La risposta del magnate sudafricano non si è fatta attendere:
“Fare un teletrasporto costa meno.”

Secondo indiscrezioni, Musk avrebbe proposto di impiantare un sistema sperimentale quantistico, bypassando completamente l’idea dell’ascensore.

 

“Perché sollevare in verticale quando posso smaterializzarvi?” avrebbe commentato, tra un lancio di razzi e un tweet criptico.

Immediata l’insurrezione di una parte della cittadinanza, in particolare dell’ambiente antifascista allarmata dall’impiego dei FASCI di fotoni. Alcuni militanti dell’ANPI locale hanno parlato di “accelerazione tecnologica fascistoide”, accusando Musk e Ziberna di voler “teletrasportare il revisionismo storico”.

“Un ascensore è un diritto, il teletrasporto è una provocazione!” ha dichiarato il portavoce del collettivo “Castello Antifa”.

Nel frattempo, il Oreti valuta di affidare al tycoon sudafricano anche la revisione di Guglielmo (che dopo millemila proclami fa ancora cagare) e la creazione di dieci cloni di se stesso, di cui cinque Fabbbrizie, per poter ricoprire tutti i posti in giunta.

Fine della cronaca. Gorizia resta sospesa: tra ascensori mai finiti e teletrasporti mai iniziati.


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