Gorizia, risvegli da incubo: Nervi a pezzi per i risvegli a suon di spazzatrice

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Cronache surreali da una città che pulisce dove splende e lascia marcire dove non vedi… più o meno

ATTENZIONE: Questo articolo contiene altissimi livelli di rancore, veleno satirico, sarcasmo corrosivo e totale mancanza di rispetto per il politicamente corretto. A quelli facilmente scandalizzabili, si consiglia di andare a guardare LA PIMPA.

C’è un momento magico, nella nostra cara e rincoglionita città, che avviene ogni fottuta mattina PRIMA DELL’ALBA: no, non è l’aurora, non sono gli uccellini che cinguettano, né l’ultimo ubriaco che vomita poesia sulle panchine. È il ruggito della spazzatrice, un’epifania meccanica capace di svegliare anche i morti di sonno.

La spazzatrice: quella cazzo di macchina infernale che fa più rumore dell’eruzione del Krakatoa nel 1883. Un rombo ancestrale, una bestemmia su quattro ruote, una sirena della stupidità che ogni mattina ti strappa dal sonno come un cazzotto nei coglioni.

E perché, vi chiederete, tutto questo casino?
Per pulire vie che sono già pulite.
Per lavare strade sotto il diluvio universale.
Per lucidare il granito mentre scende il diluvio di Noè.

Chiaramente, nella logica da encefalogramma piatto dei nostri dirigenti da discount, è fondamentale lavare le strade anche quando sono più pulite del culo di un neonato, mentre basta allontanarsi di mezzo metro dal centro “splendido splendente” per ritrovarsi in una versione live di The Walking Dead in salsa goriziana: erbacce, cespugli selvatici, rifiuti tossici e buche che fanno sembrare il Grand Canyon una pozza per paperelle.

 

Eh sì, cari amici miei, benvenuti nella Disneyland della decadenza urbana, dove se hai la sfiga di vivere in periferia ti abitui al rally Dakar per andare al panificio, e se protesti ti dicono che “non ci sono fondi”, ma evidentemente c’è abbastanza grana da buttare nel folclore idraulico delle 5 di mattina in pieno centro.

E mentre la spazzatrice sfrega come una ninfomane insoddisfatta, si svegliano anche i coglioni girati: mariti che bestemmiano, cani che abbaiano isterici, neonati che strillano come anime dannate.
Le mogli? Peggio: sveglie, irritate, incazzate, si trovano servita su un piatto d’argento la scusa buona per non darla:

  • “Sta cazzo di spazzatrice mi ha fatto passare ogni voglia.”
  • “Mi son svegliata male, adesso non sono dell’umore.”
  • “Il mondo sta finendo, figurati se penso a te.”

Tutto grazie a quella cazzo di spazzatrice che pulisce strade immacolate con la dedizione con cui un ossessivo compulsivo pulirebbe una tazzina sterilizzata.

Insomma:
Viva il centro lindo! Viva il rumore idiota! Viva il cervello spento dei dirigenti del “Neto”  comunale! E viva anche la libertà di mandare tutti a cagare, almeno quella ancora non ce l’hanno spazzata.

 


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