Laško Velik:

Editorialista Internazionale Proletario

Nato a Gorizia nel 1962 da famiglia slovena, Laško Velik è il residuo organico più puro di una Jugoslavia mai del tutto sconfitta. Editorialista Internazionale Proletario de Il Medio, è la voce stonata e alcolica di un’epoca che rifiuta di morire. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Trieste, ha attraversato i decenni come un fiume torbido: prima militante comunista, poi autodidatta in russo e teorico del socialismo da osteria. Vive a cavallo tra i confini e le epoche, con una mappa della Jugoslavia appesa al muro e un ritratto di Lenin sempre a portata di bestemmia.

Velik non scrive, insorge. Le sue rubriche, come Za Sovjetsko! e Compagno di Cantina, sono un misto esplosivo di nostalgia slavo-proletaria, invettive anti-capitaliste e deliri ubriacati di marxismo rurale. Ogni pezzo è un brindisi alla rivoluzione, ogni frase un colpo di fucile contro l’Occidente consumista e rammollito. Con una bottiglia di Laško sempre vicina, Laško (nomen omen) non ha mai rinnegato i suoi ideali: fratellanza dei popoli, pianificazione centralizzata e salsicce sotto vuoto per tutti.

Detesta l’Unione Europea, adora i treni sovietici. Disprezza i talk show, venera le cantine slovene. È convinto che la caduta del Muro di Berlino sia stata un errore strategico più grave della pizza all’ananas. Scrive come parla: male, forte, e con l’odore di cipolla nell’aria.

Nuova figura nella redazione de Il Medio, è l’uomo che arriva sempre tardi, ma con una citazione di Tito sulle labbra e il fegato ormai insensibile al pentimento. Se c’è un’ingiustizia nel mondo, lui la berrà. Se c’è una causa persa, lui la firmerà. Se c’è una riunione redazionale, lui si presenterà con due bottiglie e una proposta di esproprio.

Laško Velik non è solo un nome: è un modo di scrivere, di vivere e di sopravvivere. Tra utopia e hangover.

 

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