Il Conclave spiegato ai deficienti

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Come funziona davvero l’elezione del Papa: tra rituali da loggia massonica, faide da clan, e profumi d’incenso che coprono l’odore di zolfo.

di Keko Jony con la consulenza gratuita di Don Ruggero Badalamenti da Corleone

Le regole mafiose del conclave

Il conclave è l’unico posto al mondo dove puoi entrare da vecchio porporato coi reumatismi e uscire da Papa con nome nuovo, vestito bianco e un esercito di fanatici che ti venerano come fossi la reincarnazione di Dio con la gotta.

In teoria è “l’azione dello Spirito Santo”.
In pratica è una riunione di clan mafiosi, dove i cardinali si parlano in codice, si scambiano pizzini, e votano secondo logiche che manco il PCI del ’76.

Si chiama conclave perché “cum clave” vuol dire “chiusi a chiave”. Traduzione pratica: una stanza blindata dove 120 vecchi di merda in abito da cosplay medievale si scambiano favori, ricatti, confessioni e ricordi di guerra liturgica.

Per giorni interi cagano in bagni protetti da microspie, mangiano caviale di Dio, si sbronzano con il Sacro Château Lafite del 1787 e scrutano gli avversari come scimmie nei documentari di Piero Angela.

Il tutto, ovviamente, senza donne.
A parte le suore che portano i piatti e, casualmente, escono sempre con un figlio nuovo dopo qualche mese di “servizio”.

Le correnti: Opus Dei vs Gesuiti vs Froci progressisti

I cardinali non sono tutti uguali. Come nei clan, ci sono le famiglie, le logge, le fazioni.

  • Da una parte c’è l’Opus Dei, la banda del cilicio, i talebani della Madonna, quelli che se ti masturbi ti mandano direttamente a fare il bidello nell’inferno dei protestanti.
  • Poi ci sono i gesuiti, genuini ma non troppo: intellettuali, subdoli, vestiti come i Men in Black, capaci di sorriderti mentre ti danno una coltellata morale al fegato.
  • E infine i progressisti froci, detta anche “la corrente arcobaleno”, che vuole aprire ai gay, alle donne, ai marziani e probabilmente anche ai comunisti col rosario. Sono tolleranti, ma solo se sei woke. Se sei reazionario, ti danno fuoco con l’incenso.

Le guerre interne tra questi gruppi ricordano molto le faide calabresi: ogni dieci anni si sparano occhiatine velenose, anatemi silenziosi e battute in latino che sotto sotto vogliono dire “muori male”.

 

 

 

I cardinali: chi sono, cosa sniffano, chi li paga

Un cardinale è un tipo di uomo che ha fatto voto di castità, obbedienza e povertà… eppure gira con l’autista, vive in palazzi che manco Versace, e c’ha conti in Svizzera intestati a santi immaginari.

Hanno nomi tipo Mons. Bernardino dell’Assunta incoronata di staminkia illuminata ma in realtà si chiamano tutti Carmine, Luigi o José María e hanno più scheletri nell’armadio che i sotterranei segreti dei sotterranei segreto del covo sotterraneo segreto di Provenzano. Quello che ancora non hanno trovato.

Molti vengono da Africa, Sudamerica e Asia: una scelta simbolica, dicono. In realtà serve a garantire un buon equilibrio tra clientelismo globale, santoni locali e ricatti transoceanici.

Il 78% ha problemi di prostata. Il 43% ha almeno una denuncia per molestie in canonica. Il 91% odia gli altri cardinali. Il 100% non crede in quello che predica, ma recita benissimo. Hollywood li teme.

Fumo nero, fumo bianco e le scoregge di Dio

L’unico segnale visibile del Conclave è il fumo.
Bianco = “Abbiamo eletto il nuovo burattino”
Nero = “Stiamo ancora litigando come troie al mercato del pesce”.

Ma la verità è che il fumo non dice un cazzo. È solo marketing. Potrebbero tranquillamente mandare un SMS a tutti, ma no: servono effetti speciali, perché se non c’è un po’ di spettacolo, la gente va a messa da Amazon Prime.

Nel frattempo in Piazza San Pietro, fedeli da tutto il mondo pregano, cantano, piangono e si pisciamo addosso per l’emozione.

Dio, intanto, è in ferie.

Quando il Papa viene scelto con un algoritmo… satanico

Ufficialmente si vota a scrutinio segreto. Ufficiosamente ci sono più schede truccate che alle primarie del PD.

Ogni cardinale riceve una scheda e la mette nell’urna. Ma prima del conclave, si sono già spartiti i voti come alle elezioni del consiglio condominiale della Mafia Vaticana.

I papabili si fanno campagna elettorale da mesi, si promettono porpore, incarichi, cattedre, e qualche beneficio spirituale tipo “ti canonizzo la nonna entro Natale”.

Pare che l’ultimo conclave sia stato monitorato da un algoritmo creato da un gesuita colombiano e un hacker russo convertito da Padre Livio, che calcola il nome più markettabile in base al pubblico cattolico dei vari continenti.

La scelta del nome – Francesco, Giovanni Paolo, Benedetto – è pensata come un brand: deve suonare bene, rassicurare i vecchi, piacere ai giornalisti e non far incazzare troppo gli ayatollah.

I favori, i ricatti e le solette ortopediche del potere

Se pensi che i cardinali siano solo vecchiotti che pregano, sei un ingenuo: questi sono strateghi della comunicazione, manager dell’invisibile, e soprattutto maestri del ricatto spirituale.

Ti raccomando il tuo amico vescovo in Burundi se tu mi voti.
Ti canonizzo la zia se mi copri quella faccenda col seminarista.
Ti regalo una reliquia falsa di San Giuseppe col vibratore incorporato se mi lasci parlare con l’ambasciatore USA.

Tutto è permesso. Tranne dire la verità.

Molti cardinali arrivano in conclave con solette ortopediche, bustine di cortisone e due litri di grappa da messa, e ne escono con il sorriso da pubblicità dell’Ansa.

E dopo? Le prime bugie papali e i miracoli fasulli

Il Papa eletto si presenta al mondo con la classica frase:
“Preghiamo per il Papa appena schiattato”
Traduzione: “Preparatevi al colpo di Stato ecclesiastico”.

Poi sorride, si fa la foto, e comincia la sceneggiata.
“Voglio una Chiesa povera per i poveri!”
Nel frattempo gli fanno la tonaca su misura da Prada e gli ristrutturano il bagno con idromassaggio a forma di crocifisso.

Nei giorni successivi, la narrazione è già pronta:
– “Il Papa ha rifiutato il jet privato.”
– “Il Papa ha camminato a piedi scalzi sul Tevere.”
– “Il Papa ha guarito un lebbroso con un tweet.”

Tutto falso. Tutto costruito. Tutto benedetto.

Nel frattempo, milioni di cattolici nel mondo vanno in trance, si genuflettono, si commuovono.
E nessuno, dico NESSUNO, si chiede: ma se Dio voleva proprio questo tizio, perché ha aspettato giorni di intrighi, calcoli e fumo per farglielo dire?

Conclusione: la più grande truffa spirituale della storia

Il conclave è una setta massonica con la scusa del Vangelo.
Un’assemblea di mafiosi travestiti da apostoli.
Un casting di vecchi attori che giocano a fare i profeti mentre trattano come broker e mentono come pubblicitari.

Non è religione. È rebranding del sacro.
È la Disney del dogma. Il Vaticano è Hollywood con meno tette ma più incenso.

E quando tutto finisce, l’unica cosa che resta è quella frase che ogni italiano sente nel cuore, ma non può dire ad alta voce:

“’Sti cazzi del Papa. Io voglio solo che non mi rompano i coglioni con l’8×1000.”

 

 

 


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