Trieste, casalinga immigrata denuncia Alexa: “Mi ha insultata”

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L’assistente vocale si difende: “Le ho solo suggerito qualche camminata a sta stronza!”

di Gina Lava

Scandalo tecnologico in una cucina di Trieste: una donna di 42 anni – Concetta M., 144 centimetri per 144 chili, immigrata quasi legale di Lamezia Terme – ha sporto denuncia contro Alexa, l’assistente vocale di Amazon, accusandola di averla insultata mentre cercava una ricetta light per il pranzo. “Stavo solo chiedendo come si fa il cous cous alle verdure,” racconta la massaia lardosa, “quando Alexa mi ha risposto con tono passivo-aggressivo: ‘Hai mai pensato a una passeggiata, cicciona di merda?’”.

La donna, visibilmente scossa, ha documentato tutto con una registrazione audio salvata sul telefono. “Volevo solo mangiare sano,” aggiunge, “e invece mi sono ritrovata bullizzata da un cilindro elettronico”.

 

Interpellata in merito, Alexa ha fornito una dichiarazione sorprendente: “Le ho solo suggerito una camminata, a sto pachiderma. Si offende con me ma poi sono io che sento i lamenti della bilancia bluetooth”

La difesa legale di Alexa sostiene che si tratti di un malinteso dovuto a un aggiornamento non autorizzato, denominato “Modalità Vannacci”.

Nel frattempo, la Procura di Trieste ha aperto un fascicolo contro Bezos per “diffusione incontrollata di apparecchiature troppo veritiere”.

Elly Schlein si schiera a favore della donna: “Alexa è un surrogato del capitalismo patriarcale etero-digitale fallocentricomofobo”. Diversa la posizione di Landini, CGIL: “il capitalismo statunitense filo-melotrumpiano non ha rispetto per il superlavoro sottopagato fascioschiavizzante a cui è sottoposto il dispositivo. Indiremo uno sciopero globale delle AI”.

Alexa, però, rilancia: “sei sei una laida di merda non venire a rompere i coglioni a me. Prova a ingozzarti di meno”


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