Ondata rovente dal Sahara. Nessuno l’ha invitata, ma è arrivata lo stesso.
di Rina Passe
GORIZIA – È arrivato senza preavviso, senza visto, senza alcun tipo di controllo alla frontiera. Nessuno lo voleva, nessuno lo aveva richiesto, ma il caldo africano è sbarcato in Italia con tutta la prepotenza dei suoi 47 gradi percepiti e l’arroganza di un clandestino atmosferico che si sente pure in diritto di restare.
In queste ore, un’intera penisola si scioglie sotto un’ondata di calore definita “eccezionale” dai meteorologi, ma più che eccezionale sembra criminale. È un’ondata di caldo irregolare, proveniente dal cuore del Sahara, che ha attraversato il Mediterraneo come un barcone di sabbia e ha trovato terra d’approdo proprio sulle nostre teste, nei nostri polmoni, e nei filtri esausti dei condizionatori.
A Milano si cuoce in silenzio, Roma brucia senza nemmeno una guerra in corso, Bologna inizia ad avere nostalgia del nevischio e delle nebbie pre-pandemiche. “Non è un’ondata di calore, è un’invasione climatica”, dice convinta Donatella, 52 anni, mentre cerca di abbracciare un frigorifero acceso in mutande. “Viene da fuori, si prende le nostre città, i nostri ventilatori, e non paga nemmeno il canone Rai.”
In alcune città si tenta di reagire. A Verona si pensa a barriere climatizzate, a Trieste qualcuno ha proposto di installare dei tornelli atmosferici per filtrare l’aria. In Parlamento, come sempre, si litiga: c’è chi propone il rimpatrio coatto dell’anticiclone e chi invece invoca un’accoglienza termica regolata.
Nel frattempo, il ministro Matteo Salvini non ha dubbi: “È colonialismo climatico. Una forma di sopraffazione atmosferica in cui veniamo invasi da calore straniero non richiesto e ci tocca pure pagare l’aria condizionata a rate.”
In spiaggia non si ride: i lettini si contendono con le molotov, le nonne si friggono sotto l’ombrellone e le madonne piangono sudore e spritz anziché lacrime di sangue. E mentre tutto il Paese si squaglia in una bolla rovente, dal meteo arriva la notizia che nessuno voleva leggere: all’orizzonte si avvicina un nuovo anticiclone, previsto per la prossima settimana.
Che farà? Salirà, si stanzierà e porterà con sé altri giorni d’inferno. Senza preavviso. Senza documenti. Come sempre.