Sconcerto in classe: la maestra chiede di leggere, lui risponde con un “miao” e pretende la lettiera in aula. L’Ufficio Scolastico Regionale temporeggia. La gatta di casa: “non l’ho votato io”.
di Gina Lava
È successo nella prima C della scuola elementare “Vinicio Busani”. Durante una normale lezione di italiano, la maestra ha chiesto a un alunno di leggere ad alta voce una semplice frase: “Il sole splende nel cielo”. Il bambino ha risposto con un prolungato “MIAOOO”, seguito da una serie di fusa e lo sfregamento del viso contro lo zaino della compagna di banco.
Sbigottita la docente, smarriti i compagni, inorridita la bidella. Ma il peggio – come sempre – arriva con i genitori. Convocati con urgenza, si sono presentati con magliette “My child, my cat” e cappelli con le orecchie di peluche. Il padre, ex professore di sociologia ora pastore olistico in Val Rosandra, ha dichiarato:
“Nostro figlio è fluido. Si percepisce felino al mattino, volpe panromantica a merenda, e ha momenti di coccodrillo queer durante i temporali. Non potete ingabbiarlo in una categoria binaria umana.”
La madre, nutrizionista di TikTok con 900 follower e 15 denunce per consulenze abusive, ha aggiunto:
“È anche vegano. Non può frequentare un’aula dove si parla di ‘formaggio’. La parola lo offende.”
Richieste assurde, risposte demenziali
I genitori hanno presentato un documento di 6 pagine (corredato da foto del bambino in costume da gatto) in cui chiedono:
- Che venga installata una lettiera in aula “a uso identificativo”
- Che venga abolito il suono della campanella, “perché lo stressa e lo fa soffiare”
- Che la mensa serva solo “crocchette vegane pressate a mano”
- Che i compagni di classe si rivolgano a lui con il pronome “mrrrr”
Le reazioni
La maestra ha presentato una richiesta di pensionamento anticipato “per salute mentale compromessa”.
Il preside ha convocato l’Ufficio Scolastico Regionale, che ha risposto con una nota interlocutoria:
“Nel rispetto dell’autopercezione identitaria e dell’intersezionalità evolutiva, valuteremo l’adozione di pratiche inclusive temporanee a base di croccantini.”
Nel frattempo, il piccolo — soprannominato Fuffy— ha iniziato a graffiare i quaderni dei compagni, pretende di seguire le lezioni seduto sul termosifone e minaccia scioperi della pappa ogni volta che si pronuncia la parola “vaccino”.
Il commento del sindaco
Interpellato sull’episodio, il sindaco ha dichiarato: “Quando che sarà pronta l’ovovia vedarè.”
Nel cortile della scuola sono apparse le prime scritte:
“Diritto alla ciotola”, “Miagolo dunque sono”, “Felinità è libertà”.
Prossimo passo?
Pare che un altro alunno si sia già identificato come “canide aromantico” e abbia chiesto il diritto di pisciare sugli alberi dell’atrio. La scuola, intanto, cerca urgentemente un esperto in Pet Gender Fluid Studies e uno psicologo disposto a essere pagato in fieno biologico.