Il Comune minimizza, l’assessore la celebra, il popolo s’incazza. E l’architetto si giustifica con la “spirale tibetana”.
di Christian Zuttioni
Succede a Gorizia, in via Graziadio Ascoli, zona storicamente ebraica e sede della sinagoga cittadina. Un edificio, visto dall’alto, ha il tetto che disegna chiaramente una svastica. Non una pareidolia, non un’illusione ottica da scemi su Google Earth: proprio una cazzo di svastica. Precisa, simmetrica, sfacciata.
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Preoccupazione del sindaco: “Se se ne accorgono Picco e la Sartori, hanno coraggio di chiedermi di demolire l’intero edificio”.
Soddisfazione dei Fratelli d’Italia locali: Alessio Zorzenon, consigliere comunale, propone di dichiarare l’edificio “patrimonio dell’identità architettonica”, mentre l’assessore Francesco Del Sordi rilancia: “Per noi quella casa è un simbolo di libertà di edilizia. Diamo alla struttura la cittadinanza onoraria.”
Nel frattempo la popolazione si divide tra chi scatta selfie indignati col tetto sullo sfondo e chi cerca su Wikipedia “svastica tibetana” per dimostrare che magari è tutto un equivoco zen.
L’architetto dell’epoca, interpellato dalla nostra redazione, si è difeso così: “l’impresa che lo ha realizzato, la Himler Constructions, mi aveva assicurato che era a spirale”
Nel frattempo si moltiplicano le segnalazioni di altri edifici goriziani “ambigui”: pare ci sia una palestra che forma una runa, un parcheggio che assomiglia a un’aquila bicipite, e un gazebo in stile gotico che dall’alto pare un’aureola del Duce.