Fumata bianca, anima nera: Il nuovo Papa, i nuovi guinzagli e i suoi Padroni

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In un Vaticano senza fede e senza vergogna, il nuovo Papa sarà scelto non da Dio, ma da chi sa bene come nascondere scheletri, lavare soldi e benedire genocidi.

ATTENZIONE: Questo editoriale è un pezzo satirico, demenziale e volutamente scorretto. È stato scritto con l’intento di provocare, insultare, dissacrare e violentare ogni residuo di ipocrisia, senza alcun rispetto per i benpensanti, per il politicamente corretto o per chi usa la religione come paravento dei propri interessi. Qualsiasi riferimento a fatti reali, persone, istituzioni, traffici di armi, logge massoniche, migranti sfruttati, ONG truccate, suore incinte o cardinali cocainomani è assolutamente, volutamente intenzionale e premeditato.

Di Rebeka Tuma, Vice Capo Redattrice de Il Medio.

Non c’è bisogno di pregare per sapere chi sarà il prossimo Papa. Basta seguire il tanfo: puzza di soldi, di compromesso, di cloaca istituzionale. Altro che Spirito Santo: il prossimo Pontefice sarà scelto da banche, logge massoniche e trafficanti di anime, non certo da Dio, troppo impegnato a ignorarci da secoli.

È morto Francesco, finalmente, dicono alcuni a microfoni spenti in Vaticano. Non perché fosse cattivo, poveretto. Ma perché era diventato un fastidio, un residuo di coscienza sociale che stonava nella nuova Chiesa S.p.A. che non ha più niente di sacro e tutto di sporco. Adesso si fa sul serio: il prossimo Papa dovrà essere una puttana perfetta, con la tiara in testa e il guinzaglio al collo. Non uno che parli di misericordia o di carità. No. Uno che firma cambiali, stringe mani sporche, copre stupri e delitti, e all’occorrenza vende l’anima (droga armi e migranti) per mantenere in vita l’Impero. E i giornalisti prezzolati saranno lì, a raccontarci che “ha sorriso ai bambini”, che “ama i poveri”, che “porta una ventata di freschezza”, mentre nei palazzi vaticani si siglano i soliti contratti di morte.

Malachia e la profezia dello sterco

Qualcuno si ostina a citare Malachia, quel veggente medievale pieno di allucinazioni da muffa sui crostini. “Il prossimo sarà Petrus Romanus, il Papa della fine dei tempi!” sibilano i creduloni. Ragazzi, sveglia: Petrus Romanus c’è già stato. È stato ogni Papa che ha sorriso mentre insabbiava dossier sui preti pedofili. È stato ogni Pontefice che ha parlato di “fraternità” mentre benediceva guerre, accordi con narcos, trattative sporche sotto gli altari. La fine dei tempi? Siamo già postumi, stiamo solo galleggiando nella merda aspettando che qualcuno spenga la luce. Il prossimo Papa non porterà Apocalisse. Porterà solo un’altra firma su documenti sporchi che garantiscano al Vaticano potere, terra, soldi e silenzi.

Troppo giovane? Muori.

Tra i nomi che girano come mosche intorno a una carcassa c’è Pierbattista Pizzaballa.
Bello fresco, 59 anni, ancora capace di camminare senza deambulatore e di capire la differenza tra “amen” e “amenità”. Errore fatale. In Vaticano, un Papa giovane è un rischio nucleare.
Non puoi controllarlo. Potrebbe svegliarsi una mattina, guardarsi allo specchio e decidere di fare il cristiano sul serio. Potrebbe – orrore supremo – voler davvero cacciare i cardinali che sniffano cocaina sui fondi neri dello IOR. Peggio ancora, potrebbe non morire abbastanza in fretta per essere sostituito da uno più “affidabile”. Per questo, la regola è chiara: il Papa deve essere un morto che respira.
Meglio se già imbalsamato alla proclamazione. Meglio se ha bisogno della badante anche per girare la pagina del Vangelo. E i cronisti vaticanisti, col sorriso da pesce lesso, ce lo presenteranno come “un gigante di saggezza” mentre gli reggono il bastone del cammino assistito.

Chi vuole un Papa con idee, progetti o energia dovrebbe essere scomunicato prima ancora di entrare in Conclave.

 

Il Papa Nero: sogno bagnato dei cospirazionisti

E poi c’è il gran chiacchiericcio sul Papa Nero. A ogni Conclave, i media rispolverano la leggenda come le palme della Domenica delle Palme. Un Papa Negro! La fine dei tempi! L’ira di Dio! Sì, certo. Come no.

Peter Turkson, ghanese, è uno dei nomi più gettonati. Onesto, intelligente, culturalmente vivace: ovvero inadatto. Perché nella Chiesa di oggi la pelle conta solo per i servizi fotografici sulle missioni in Africa: “Guarda come siamo inclusivi, guarda come aiutiamo i poveri negretti”, mentre intanto si contrabbandano diamanti con l’altra mano.

Un Papa Nero vero, pensante, non piacerebbe ai cardinali viziati, agli amministratori delle casseforti vaticane, agli avvocati svizzeri che ripuliscono miliardi di euro insanguinati. Se eleggono Turkson, sappiate che sarà solo per marketing, per sventolare il multiculturalismo mentre sotto banco firmiamo nuovi accordi con chi, in Africa, vende bambini alle tribù che gestiscono le miniere di cobalto.

Curriculum Vitae per diventare Papa

Non basta più sapere il latino o avere fatto miracoli in parrocchia. Oggi, se vuoi essere eletto Papa, il tuo curriculum deve contenere:

  • Almeno tre abusi sessuali coperti senza fiatare.
  • Amicizia personale con banchieri, petrolieri, mercenari.
  • Almeno una cena a lume di candela con capi massonici.
  • Conti offshore in minimo tre paradisi fiscali.
  • Complicità certificata in insabbiamenti di scomparse tipo Emanuela Orlandi.
  • Disponibilità assoluta a far finta di combattere la tratta dei migranti, mentre li si traghetta con ONG pilotate direttamente dagli uffici missionari vaticani.

Devi essere ricattabile come un consigliere comunale campano degli anni ’80. Devi sorridere come la Vergine Maria quando invece firmi vendite di missili a regimi sanguinari africani. Il tutto mentre i media “liberi“, quelli che fanno inchieste solo sui parcheggi a pagamento, saranno bravissimi a raccontare che “il nuovo Papa ha a cuore i deboli”,

I papabili? Ecco qua.

Pietro Parolin è il sogno erotico della finanza vaticana: diplomatico, grigio, docile. Non si muove senza chiedere “quanto paga il cliente?” Perfetto per fingere spiritualità mentre chiude affari da miliardi.

Matteo Zuppi, purtroppo, è un pericolo. Ancora crede nel Vangelo. Ancora pensa che la Chiesa debba servire i poveri, non spolparli. Sarebbe da eliminare al primo scrutinio.

Luis Antonio Tagle? Un asiatico che sogna il rinnovamento cristiano? No, no, no. Se non si prostituisce subito agli sponsor bancari, non sopravvive sei mesi.

Peter Erdő? Ottimo. Ungherese, nostalgico, conservatore. Amico dei nazionalisti, nemico dei progressisti. Ideale per una Chiesa che sogna il ritorno dei feudalesimi e dei contadini analfabeti.

Pizzaballa, come detto, troppo giovane. Se proprio insistono, dovranno provvedere a fargli venire un cancro rapido o un infarto miracoloso.

Habemus Schifezza

Quando, tra qualche settimana, vedrete salire la fumata bianca sopra San Pietro, ricordatevelo:
non sarà il fumo dello Spirito Santo. Sarà il fumo delle carte bruciate, degli assegni firmati, dei contratti di ricatto stipulati.

E il popolo, beato e scemo, canterà ancora “Viva il Papa”, mentre i veri padroni del Vaticano stappano champagne da 30.000 euro l’una nelle segrete stanze, spartendosi il mondo a colpi di rosari e bazooka benedetti.

Il nuovo Papa non dovrà guidare la Chiesa verso Cristo. Dovrà guidarla verso la prossima speculazione edilizia, il prossimo accordo con i mercanti di morte, il prossimo silenzio complice su un’altra ragazza scomparsa, un altro bimbo violentato, un altro miliardo sparito.

Non ci sarà resurrezione. Non ci sarà redenzione. Ci sarà solo business as usual, sotto il sorriso benevolo di un santo posticcio.

Habemus Papam?

No, habemus fogna.

E a chi ancora crede che “Dio vede e provvede”, dico: sì, vede. E sta vomitando.

 

 

 

⛔️I VAFFANCULO UNIVERSALI⛔️

Vaffanculo alla Santa Sede, che benedice i genocidi e poi ci fa la morale sul preservativo. Vaffanculo ai banchieri vaticani, che parlano di carità mentre evadono col sorriso. Vaffanculo a chi dice “Dio provvede”, mentre si lava le mani del vicino che sta schiattando. Vaffanculo ai Papi imbalsamati, usati come burattini da cardinali con il Rolex. Vaffanculo a chi crede ancora ai miracoli, ma non si scandalizza se una ragazzina scompare tra le mura leonine. Vaffanculo al multiculturalismo da copertina, che sfrutta bambini neri per vendere smartphone benedetti. Vaffanculo alle ONG truccate, taxi del mare con il crisma del marketing. Vaffanculo alla Chiesa che traffica in migranti, armi e indulgenze, ma si scandalizza per il sesso prematrimoniale. Vaffanculo ai credenti selettivi, che pregano per il Papa e chiudono la porta al vicino affamato. Vaffanculo a chi canta “Viva il Papa”, mentre gli orfani vengono violentati nelle sagrestie. Vaffanculo a chi invoca l’Apocalisse, ma si comporta da burocrate anche all’inferno. Vaffanculo alla spiritualità in franchising, fatta di gadget, candele profumate e conti offshore. Vaffanculo al Conclave, che sa più di mafia che di misticismo. Vaffanculo ai preti col SUV, che predicano l’umiltà e poi parcheggiano sulla ZTL dell’anima. Vaffanculo ai cardinali sniffatori, che ci parlano di purezza mentre spolpano il Vangelo. Vaffanculo a chi fa beneficenza per farsi un selfie, e poi scansa i barboni come fossero peste. Vaffanculo a chi si inginocchia davanti al Papa, ma calpesta ogni giorno la dignità umana. Vaffanculo alla fede che diventa franchising, alla morale che diventa spot, alla preghiera che diventa moneta. Vaffanculo ai teologi da talk show, che fanno i profeti solo se il compenso è a quattro zeri. Vaffanculo alla Chiesa che benedice le bombe, e si lava le mani con l’acqua santa delle complicità.

 

 


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