Arriva il giro… de novo: Gorizia si rifà il trucco

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6,5 milioni di euro per nascondere le rughe sotto il bitume e fingere di essere ancora una città viva

Signore e signori, mettetevi comodi (sui sanpietrini sconnessi) e fate partire l’applauso: Gorizia si rifà il lifting. Non per amore della cittadinanza, non per decoro urbano, ma perché – udite udite – il Giro d’Italia ha deciso di passarci sopra. Letteralmente. Di nuovo… e sticazzi!

Come una vecchia maitresse che si rifà il trucco per un ultimo cliente importante, la città si sta lasciando spennellare di bitume con la grazia di una MILF in ansia da performance.

Operai ovunque, catrame a secchiate, Polizia Locale che gioca a fare le vallette col fischietto in bocca e la paletta in mano: sembrano più sul set di un porno urbanistico che in un cantiere. Le zone coinvolte? Via Leopardi, Valletta del Corno (nome da film vietato ai minori), via IX Agosto, Don Bosco, Orzoni, Italico Brass e via Scodnik. Tutte pronte a ricevere la sacra stesura del cerone bituminoso, meglio di una ceretta inguinale.

“Proseguiremo così nell’operazione di maquillage delle nostre strade” –
dichiara tronfio il sindaco Ziberna, mentre ci mette sopra il blush e un paio di ciglia finte.

 

 

 

Ma attenzione, il vero colpo di tacco lo dà la Regione. L’assessora alle Infrastrutture Cristina Amirante – nota per la sua passione per le rasature profonde e le asfaltature sensuali – ha annunciato che il Friuli Venezia Giulia ha stanziato 6,5 milioni di euro per rendere ogni curva del Giro liscissima e ben lubrificata.

3 milioni a FVG Strade, i soliti noti con ruspe, Rolex e badge da paladini del catrame.
3,5 milioni agli EDR,  per sistemare le vie secondarie, cioè tutte le strade che di solito fanno pietà ma oggi, grazie al ciclismo, sembrano la tangenziale di Dubai.

Insomma, Gorizia si piega, si apre e si rifà il fondo. E come ogni escort metropolitana che si rispetti, lo fa col sorriso tirato e le ginocchia segnate.
Nessuno protesta, o quasi: i disagi vengono “sopportati senza far troppo rumore”.
Normale, dopo anni di penetrazione urbanistica a secco, questa almeno ha un po’ di lubrificante regionale.

Ma non illudetevi: il trucco, il bitume, il rossetto da ciclabile… tutto svanirà il 25 maggio. Quando i ciclisti avranno già pedalato via e a noi resteranno le solite buche, il solito puzzo, e i soliti proclami in dialetto da consiglio comunale post-sbornia.

Gorizia si trucca, ma resta sempre lei.
Una città con la vagina asfaltata e l’anima bucata.

Gina Lava – che si scarifica ogni mattina, ma almeno per amore

 


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